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Psicologia e (ben-)essere

Psicologia  e (Ben)-essere

Cosa intendiamo quando parliamo di benessere? Apparentemente sembrerebbe una domanda banale dalla risposta semplice. In realtà non è proprio così, tant’è che la sua definizione ha subito numerosi cambiamenti nel corso degli anni.

Si è partiti infatti dal vedere il benessere (da benessere= "stare bene" o "esistere bene") semplicemente come assenza di malattia, fino ad arrivare a definirlo come una condizione che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano, e cioè una   condizione di buona salute fisica, psichica e mentale.

Molto spesso gli individui tendono a sottovalutare la propria salute psicologica, trascurando tutti quei “piccoli segnali” che il corpo invia per far capire che “QUALCOSA NON VA”.

Ancora c’è molta diffidenza verso lo “Psicologo”, percepito tutt’oggi come il medico dei matti. In realtàandare dallo psicologo significa prendersi cura di se stessi nella propria globalità. Questo vuol dire assumereche esiste un legame mente-corpo che porta ad una nuova lettura e quindi comprensione di molti disturbi fino ad ora di esclusivo appannaggio medico.

Vediamo allora quando è utile rivolgersi ad uno psicologo?

-Per poter superare eventi traumatici;

-In presenza di una crisi temporanea (es. fallimento a scuola o sul lavoro, esperienze di separazioni, ecc.);

-In presenza di problemi relazionali in ambito: affettivo, familiare e sociale;

-Per liberarsi da ansia, paure, tristezza e stress;

-Per migliorare la propria autostima;

-Per una migliore conoscenza di sé;

- In tutti i casi di presenza di malattie organiche che non trovano sollievo dalla semplice cura medica.

In tutte quelle situazioni che potrebbero evolvere in  vera e propria psicopatologia, ad esempio:

-quando ci si accorge dell’insorgere di  comportamenti strani o eccessivi (in se stessi o in propri familiari o amici). - quando sono presenti Ingiustificate paure che ostacolano il mantenimento delle consuete abitudini di vita. - in presenza di comportamenti di dipendenza (da alcool, dal gioco, dipendenza affettiva).

Cosa fa quindi lo psicologo? In che modo può essere d’aiuto?

Il lavoro psicologico si può articolare su vari livelli, ma è comunque sempre orientato a far emergere le risorse di ogni persona, che sono sempre presenti ma che a volte non si riesce a sfruttare al meglio o semplicemente non ci si rende proprio conto di averle.

Aiuta a dare il giusto valore nel valutare tutto ciò chepuò influenzare e/o ostacolare la crescita e lo sviluppo del proprio equilibrio psico-fisico e relazionale.

Infine, nelle situazioni più difficili, cerca di “creare rete” con tutte le persone che eventualmente possono essere coinvolte; pensiamo ad esempio ai comportamenti di dipendenza (dal gioco, alimentare,ecc..), dove in questi casi può essere molto utile la competenza di altre figure sia professionali, ma anche e soprattutto familiari, nell’aiutare la persona ad analizzarne le cause e riscoprire le proprie potenzialità.

Dott.ssa Roberta Monfrecola

Psicologa-Psicoterapeuta

Via G.Orsi,11 Napoli (vomero)

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